Mancanza di comunicazione tra medici e pazienti sulla cannabis terapeutica
Uno studio condotto dal Dipartimento di Medicina Generale dell’Università del Colorado ha dimostrato che esiste un problema di mancanza di comunicazione tra medici di base e pazienti riguardo all’uso della cannabis terapeutica.
Nonostante nella maggior parte degli Stati Uniti la cannabis terapeutica sia legale, molti medici di base non sono consapevoli dei suoi utilizzi e della sua potenzialità e non propongono questo tipo di trattamento ai loro pazienti.
E’ stato distribuito un questionario ad alcuni medici di base e ai pazienti in cura con loro, nel quale veniva verificata la frequenza di uso della cannabis terapeutica e la relativa comunicazione con il medico circa l’utilizzo e la terapia. Su 242 pazienti che hanno completato il questionario, il 22% ha riportato di aver utilizzato la cannabis negli ultimi 6 mesi e, di questi, il 61% dei pazienti intervistati ha fatto uso di cannabis per ragioni terapeutiche.
I motivi più comuni per l'uso di cannabis terapeutica sono stati citati come dolore acuto (45%), cachessia (19%), spasmi muscolari (13%) e nausea (13%).
Solo il 43% dei pazienti che usano cannabis terapeutica ha risposto alle domande sui rischi percepiti e sui benefici delle terapie. Di quelli che hanno risposto, l’80% ha detto che la cannabis stava aiutando la condizione per cui è stata raccomandata.
Per quanto riguarda i medici, soltanto il 53% ha affermato di essere a conoscenza che i propri pazienti facessero uso di cannabis. Emblematico è il dato che riferisce che nessuno dei medici intervistati sostiene di aver compilato il modulo per autorizzare il trattamento terapeutico a base di cannabis. I pazienti hanno dichiarato che molto spesso si sono rivolti presso altri ambulatori o dispensari, contattando altri medici per la prescrizione. Soltanto un paziente ha riferito di aver ricevuto raccomandazioni per la cannabis dal proprio medico, mentre la restante parte sostiene di essersi rivolta presso altre strutture.
Da questi dati si evidenzia una scarsa comunicazione tra pazienti e medici di base sull’uso della cannabis terapeutica, che è invece approvata dalla scienza e dalla medicina in generale già da diversi anni e per diversi patologie. Da questa conclusione i ricercatori suggeriscono che si svolgano maggiori valutazioni e discussioni più frequenti sull’uso della cannabis nei pazienti, in particolare negli Stati dove i trattamenti terapeutici a base di cannabis sono stati approvati legalmente.
Sarebbe auspicabile che la relazione tra medico e paziente riprenda il suo carattere umano, fatto di continuità, ascolto, fiducia e discussioni oneste circa i potenziali benefici e rischi. Le terapie dovrebbero essere discusse insieme, cambiate, perfezionate, grazie ad un rapporto diretto e quotidiano tra medico e paziente. Il primo dovrebbe tornare ad ascoltare e il secondo a raccontare, in un’ottica di “fare medicina” che valorizza la comunicazione e il dialogo tra medici e pazienti, e che porta a una maggiore soddisfazione per entrambi.
Fonte:
Journal of the American Board of Family Medicine
Pubmed